Gli ultimi giorni dell'assassino. Quell'esaurimento nervoso che da tempo assediava la vita, la mente, la psiche di Gennaro Iovinella, l’uomo che ieri mattina ha ucciso la moglie il loro unico bambino. Caterina, forse, aveva intuito l'orrore di quello stato che avvelenava la mente di lui e la sua stessa vita. Costretta alla scomoda posizione di separata in casa, Caterina aveva capito che la situazione peggiorava.
Un mese prima la donna, Caterina, ai militari avrebbe solo chiesto se, in caso di allontanamento dalla sua abitazione, si poteva mettere in una posizione negativa, dannosa per la causa di divorzio. I Carabinieri le chiesero se subisse violenze. Lei disse di no, firmando forse così la sua condanna a morte.
Un uomo alla deriva. Gennaro Iovinella, 50 anni, disoccupato, è naufragato nel mare della follia ieri mattina all’alba, quando ha ucciso la moglie Catia, commessa in un negozio di abbigliamento a Frattamaggiore, e il figlioletto Luigi, di appena tre anni. Lui dopo aver preparato un rudimentale cappio, si è tolto la vita impiccandosi a una ringhiera della tromba delle scale. Una fine identica a quella del padre, Luigi Iovinella, trovato impiccato nel 2012 alle sbarre di una cella nel carcere di Carinola, dove era detenuto per una serie di violenze fisiche e un tentato di omicidio nei confronti della moglie