Gas: l'Europa risponde alla Russia. Draghi: "E' andata bene"

Intesa su piattaforma aggregata, incentivazione rinnovabili e per un piano energetico comune

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Accordo in extremis sul fronte Gas In Europa. Dopo le difficolta il partito del price cap e del nuovo Sure sull'energia registra dei passi avanti. Tanto che Mario Draghi, che prima aveva duramente criticato le posizioni di Germania e Olanda,  lasciando l'Europa Building, sottolinea: "E' andata bene".

PER DRAGHI E' ANDATA BENE

L'accordo, infatti, mette nero su bianco "l'urgenza delle decisioni concrete" da prendere sul gas con una serie di misure che includono la piattaforma di acquisti comuni e un nuovo benchmark complementare al Ttf. Il binario da seguire resta quello proposto dalla Commissione il 18 ottobre scorso.

Le misure, nel concreto, non cambiano e prevedono:

  • la piattaforma aggregata per il gas volontaria ma obbligatoria per una quota del 15% del volume totale degli stoccaggi in Europa;
  • l'incentivazione delle rinnovabili fino a un price cap al gas nella formazione dell'elettricità. 
  • Possibile anche  un nuovo Sure sull'energia.


Nelle conclusioni si domanda alla Commissione di fare "un'analisi dei costi e benefici sulla misura" che, per compensare il differenziale tra prezzo amministrato e prezzo di mercato, comporterebbe un peso eccessivo sui conti pubblici di diversi Paesi membri. 

VERSO UN NUOVO RECOVERY FUND?


Ma l'altra novità che fa sorridere il premier italiano è proprio l'apertura - ancora molto cauta - che emerge su un possibile nuovo debito comune. Tra le misure, infatti, figura "la mobilitazioni di rilevanti strumenti a livello nazionale e Ue" con l'obiettivo di "preservare la competitività globale dell'Europa e per mantenere il level playing field e l'integrità del mercato unico". Una frase che, secondo Palazzo Chigi, dimostra che le proposte italiane siano state accolte. La strada, in realtà è ancora lunga ma ora, forse, se ne intravede la fine.

Entro l'inizio di novembre la Commissione "si esprimerà molto chiaramente" sul price cap "e andremo avanti spediti anche sulla solidarietà finanziaria", ha spiegato Emmanuel Macron secondo il quale, su quest'ultimo punto, le opzioni di Bruxelles sono due: uno Sure 2 oppure utilizzare i prestiti ancora disponibili (circa 200 miliardi) oggi nel quadro del RePowerEu, "dando un po' di flessibilità".

UN MESSAGGIO FORTE ALLA RUSSIA

L'impressione è che i falchi del Nord optino per la seconda strada ma, dalla Germania, dopo mesi di muro qualche concessione è arrivata. E, come prevedibile, a catena anche gli altri 'frugali' si sono allineati. "Il focus è sui fondi che già abbiamo ma sul nuovo debito vediamo che si può fare...", ha aperto Olaf Scholz lasciando il vertice. Certo a Berlino è stata data più di una rassicurazione: se le riunioni ministeriali delle prossime settimane getteranno un qualche allarme nel governo un nuovo vertice dei leader sarà convocato. Per ora, tuttavia, Ursula von der Leyen e Charles Michel hanno incassato il loro obiettivo: dimostrare che, di fronte alla Russia, l'Ue non è implosa neppure questa volta.