Ci sono luoghi che più di altri raccontano la storia di una comunità. E così ad esempio per la fontana di Pozzillo, a Sant’Agata de’ Goti. Centro sannita a cavallo delle valli Caudina e Telesina.
Pozzillo si trova fuori dal centro urbano, lungo strada tra Sant’Agata e la popolosa frazione di Santa Croce. A metà della salita che le collega, in una zona interamente coltivata a vigneti. E lì che i contadini si sono sempre rinfrescati con l’acqua che sgorgava dalla roccia, attraverso un imponente mascherone che riproduceva lo stemma della famiglia Mustilli (proprio quella dei vini!). Un’opera che risale, o meglio risaliva, addirittura al 1723. Una fontana della quale da un paio di decenni se ne era persa traccia.
Adesso, la fontana è tornata al suo posto. Grazie all’iniziativa ed agli sforzi di un gruppo di cittadini, che in maniera spontanea e volontaria hanno voluto ridar vita a quei ricordi. Per la gioia dell’intera comunità di Santa Croce che con una festa ha voluto celebrare la (nuova) inaugurazione di quella fontana tanto cara e familiare che, a Sant’Agata, nessuno aveva dimenticato.
La nuova fontana è opera di Gianni Battimiello, artista di origini napoletane ma santagatese d’azione. Un tributo a Sant’Agata e alla sua storia, un’idea nata spontanea proprio a casa della famiglia Mustilli che ha da subito sostenuto il progetto ricevendo ben presto anche l’appoggio dell’amministrazione comunale santagatese.
Gianni Battimiello è stato affiancato nel suo lavoro da altri cittadini: Michele Vitolini, Agostino Buffolino, Roberto Bagnoli e Antonio Petrone, che in maniera del tutto volontaria hanno svolto nel progetto un loro ruolo, fondamentale. Progetto che ha trovato, come già detto, un sostegno importante nella famiglia Mustilli, ed in particolare in Annachiara.
La fontana è ritornata ad essere come una volta, come la ricordavano tutti a Sant’Agata. Alla cerimonia di inaugurazione, con il sindaco Carmine Valentino, l’amministrazione santagatese e la famiglia Mustilli, c’erano tutti i protagonisti dell’iniziativa. E soprattutto c’era l’intera comunità di Santa Croce.
Adesso un cartello vicino alla fontana recita le parole che furono di Marguerite Yourcenar: “Così, con un gesto devoto, bere l’acqua nel cavo delle mani o direttamente dalla sorgente, fa sì che penetri in noi il sale più segreto della terra e la pioggia del cielo”.
La fontana è di nuovo al suo posto: grazie all’impegno di alcuni cittadini senza i quali, al di là della volontà della famiglia Mustilli e dell’amministrazione comunale, non sarebbe stato possibile ridare dignità ad una fontana del 1723, dove generazioni e generazioni di santagatesi hanno bevuto dal cavo delle mani “il sale più segreto della terra e la pioggia del cielo”.
Un esempio, importante e sempre più necessario, di impegno civile. Non il primo però, in questa bella estate, nel Sannio e in Valle Caudina. Dopo l’attivismo di alcuni cittadini di Moiano ed Airola che, rimboccatisi le maniche, hanno riscoperto e restituito all’intera comunità caudina i vecchi sentieri lungo il fiume Isclero. Dopo i volontari di Montesarchio che hanno ripulito la torre che domina la valle. E quelli del progetto dei a Benevento sta interessando il sito archeologico dei “Santi Quaranta”.
Volontariato, impegno, dedizione, ma soprattutto voglia di riscoprire il territorio, facendo un passo indietro e recuperando i segni lasciati da chi ha abitato queste terre prima di noi.
Vincenzo De Rosa