Centri migranti: Di Donato e altri sei a processo, due giudici si astengono

Benevento. E' un filone dell'inchiesta, le accuse: peculato e frode nell'esecuzione del capitolato

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Benevento.  

Si sono astenuti per aver espresso in precedenza valutazioni di merito. E' la dichiarazione, ora al vaglio del presidente del Tribunale, la cui decisione sarà nota il 3 maggio, di due componenti il collegio del Tribunale -– i giudici Pezza e Perrotta – dinanzi al quale era in programma il processo a carico di sette persone tirate in ballo da un filone dell'inchiesta del pm Patrizia Filomena Rosa sui centri migranti.

Si tratta di Paolo Di Donato, 54 anni, Silvana Di Donato, 62 anni, Graziella Di Donato, 58 anni, di Sant'Agata dei Goti, Giuseppe Caligiure, 76 anni, Giovanni Pollastro, 37 anni, Renza Fusco, 64 anni, anche loro di Sant'Agata, e Elio Ouechtati, 33 anni, di Montesarchio.

Come più volte ricordato, per Paolo Di Donato, indicatore come amministratore e/o gestore di fatto del Consorzio Maleventum, e le sorelle l'accusa di peculato: secondo gli inquirenti, si sarebbero appropriati della somma di 774mila euro stanziata dalla Prefettura a favore del Consorzio dopo l'aggiudicazione dei bandi di gara e le successive convenzioni per la gestione dei centri di accoglienza denominati 'Damasco'.

Nel mirino sono finite spese per borse, viaggi, e pernottamenti in albergo, ma anche alcune operazioni, tra le quali il trasferimento di un terreno da una società al Consorzio, con un atto mai perfezionato.

Per Di Donato e agli altri quattro (legali rappresentanti del Consorzio in epoche diverse, dal gennaio 2015 al marzo del 2017) l'addebito di frode nell'esecuzione del capitolato stipulato con la Perfettura. Sono impegnati nella difesa gli avvocati Pietro Farina, Vittorio Fucci, Cosimo Servodio e Domenico Zampelli.