Quando il sostituto procuratore Francesco Sansobrino l'ha sentita dichiarare in aula che non era stata violentata, che non era vero ciò che aveva denunciato, e di averlo fatto perchè era molto arrabbiata con il marito, ha chiesto la trasmissione degli atti alla Procura perchè valuti a carico della donna la sussistenza di un'ipotesi di calunnia. Non siamo a Forum, la sua iniziativa ha significato il lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura, ha tuonato il Pm, esplicitando l'impegno che ogni inchiesta richiede.
Quella approdata questa mattina dinanzi al gup Pietro Vinetti riguarda un 52enne di Benevento, che la Procura vuole spedire a processo. Difeso dall'avvocato Davide D'Andrea, l'uomo è stato chiamato in causa da una indagine della Mobile avviata dopo la querela presentata nel 2020 da una 46enne.
Secondo una prima ricostruzione, dopo l'ennesima lite con il coniuge, dal quale si sta separando, lei si era presentata in Questura ed aveva raccontato una serie di fatti risalenti a quattro anni prima. Aveva affermato che nel 2016 in più occasioni lui l'avrebbe costretta, tirandole con forza i capelli, e bloccandole le gambe, a subire rapporti orali ed anali. Condotte consumate – sostiene l'accusa- con violenza, contro la volontà della malcapitata, assistita dall'avvocato Grazia Sparandeo. Una circostanza, quella delle scelta di rivolgersi alla polizia a distanza di quattro anni, evidenziata dal difensore dell'imputato.
Al termine dell'udienza preliminare, il giudice ha disposto il non luogo a procedere nei confronti del 52enne perchè l'azione penale non doveva essere esercitata, così come eccepito dalla difesa.