Poco dopo le 16:40 ha calcato il manto sintetico dello stadio "Renzulli" di Ariano Irpino dai cui spalti sta assistendo all'amichevole tra la formazione Primavera dei biancoverdi e la compagine locale, che milita nel campionato di Promozione: il vice presidente dell'Avellino, Michele Gubitosa ha voluto testimoniare così, con la sua presenza, la volontà del club biancoverde di gettarsi alle spalle le vicende legate alla gestione del settore giovanile formato 2015/2016 che sono costate la squalifica per 6 mesi al presidente Walter Taccone: "Più che un cambio di passo vogliamo portare avanti dei progetti e consolidarli - ha esordito l'imprenditore irpino - Abbiamo il nostro nuovo mister, Renato Cioffi, che ha le idee chiare su come mandare avanti tutto, a partire dalla formazione Primavera, fatta di ragazzi che sono a un bivio: è la loro occasione per diventare calciatori. Sono stati negli spogliatoi, ho parlato con tutti loro. Il mio messaggio, per loro e per tutti, è che il settore giovanile dell’Avellino Calcio, anche se può sembrare banale sottolinearlo, è parte integrante della prima squadra. Loro sono noi: sono l’Avellino Calcio".
Lunedì scorso novità nell'assetto dirigenziale con il ripristino del precedente Consiglio d'Amministrazione, con leggere modifiche relative ai poteri di rappresentanza e firma, e la fine dell'esperienza quadrimestrale dell'ora ex amministratore unico Emilio Argenziano: "Noi siamo coerenti, quello che abbiamo detto quattro mesi fa lo ripetiamo oggi: quando sono entrato in società avevamo un piano ben definito con il mio socio Walter Taccone, ovvero che la mia azienda (HS, ndr) sarebbe arrivata ad una quota e lì sarebbe fermata. In contemporanea alla crescita delle quote c’era un impegno per nominare un amministratore unico. Ringrazio il dottor Argenziano per i quattro mesi che ha dedicato all’U.S. Avellino, ma ci siamo resi conto che forse la figura unica che potesse mettere in confronto i due soci con conteggi precisi e dedicati dobbiamo ancora ricercarla bene: o all’interno o all’esterno della società. Abbiamo preferito, pur apprezzando il lavoro svolto dal dottor Argenziano, siamo ritornati alle vecchie condizioni in attesa di valutare eventuali sviluppi. Di sicuro abbiamo bisogno di una figura, che in questo momento non abbiamo ancora individuato. Il ritorno al vecchio Consiglio d’Amministrazione va a tranquillizzare chi pensava che l’amministratore unico servisse per non assumerci le nostre responsabilità. Ho letto che Walter Taccone è tornato ad essere il presidente della prima squadra: in realtà lo è sempre stato. Ed in più è anche diventato rappresentante legale. Prima o poi ci siederemo per dare delle lezioni sui ruoli nelle società perché tanta confusione".
Capitolo calciomercato. Doppia conferma, più o meno esplicita, sulla trattativa in entrata per Lasik e in uscita per quanto riguarda Biraschi, non prima di un abbraccio, virtuale, a Tavano che ieri ha rescisso: "Saluto Tavano. Mi piaceva tanto, ma purtroppo non siamo riusciti a tirare fuori il meglio da lui. Lasik? La parte tecnica ha presentato un’offerta per il giocatore. Attendiamo in queste ore una risposta. Biraschi va alla Fiorentina? Ho trovato una chiamata del direttore sportivo Enzo De Vito, ma non ho fatto in tempo a rispondere. Non vorrei che fosse per parlarmi di Biraschi, ma non credo. Non credo che vada via perché ci serve. Dunque la notizia o non è vera o non ne sono al corrente, ma, è anche vero che tranne i dirigenti, tutti hanno un prezzo, sono in vendita… I prezzi e le condizioni vanno però stabilite e devono far gola ad entrambe le parti".
Chiusura sui lavori al Partenio-Lombardi. Il mea culpa è netto: “Qualche giorno fa avevo dichiarato alla piazza che avremmo giocato la partita di Coppa Italia ad Avellino: chiedo scusa. Ho fatto brutta figura. Spero che i tifosi mi perdonino, ma ho sbagliato: le ditte mi tranquillizzavano e credevo che ce l’avremmo fatta. Poi Massimiliano Taccone mi ha avvisato che non ce l’avremmo fatta. Spero di non raccogliere dissensi e odi per quello che è accaduto. Per il Brescia saremo pronti? Se dico di sì adesso nessuno mi crederà. Diciamo che credo di si”.
L'inviato ad Arino Irpino, Marco Festa