D'Angelo: «Vi racconto l'espulsione. Quel gol al Benevento...»

Il capitano, ospite di DerBy su Otto Channel 696, ha parlato anche del desiderio di rinnovare

Avellino.  

Passato, presente e futuro. Angelo D'Angelo ospite con il vice presidente Michele Gubitosa di DerBy, in onda ogni domenica su Otto Channel 696 (replica oggi alle ore 16, ndr), ha parlato del "suo" Avellino, tra ricordi e obiettivi: «Abbiamo condotto in porto un campionato difficile, di cui Cosmi, proprio dopo la partita contro di noi, ha dato una definizione perfetta definendolo un torneo "bastardo", ovvero molto difficile. Abbiamo attraversato momenti difficili: quando i risultati non vengono perdi brio e lucidità, ma ne siamo venuti fuori attraverso il gioco. In queste situazioni subentra la paura e tutto diventa più complicato». Sul controverso episodio dell'espulsione "fantasma" contro il Como, decisa dal direttore di gara Valerio Marini su segnalazione dell'assistente Giuseppe Opromolla: «Nel tunnel degli spogliatoi ho detto al guardalinee che aveva sbagliato ad espellermi, che il fallo di reazione era di Chiosa. Cosa mi ha risposto? Mi ha chiesto: davvero? Mi è sembrato spiazzato. E poi c'era Mokulu che gli ripeteva: "Non è stato lui, non è stato lui" con il suo vocione e la sua parlantina a metà tra italiano e francese (ride, ndr)». Profilo basso è l'imperativo da cui ripartire: «In Serie B l'umiltà è la chiave di tutto: volare bassi alla fine ti porta lontano». E allora, barra a dritta verso la stagione 2016/2017, che regalerà il derby inedito con il neopromosso Benevento: «Il mio gol più importante è stato proprio quello del 2-2 realizzato al Vigorito nella stagione 2011/2012, in Prima Divisione. Quella contro i sanniti è una partita sentita: la posta in palio sarà alta soprattutto in termini di orgoglio cittadino. Già immagino una lunga serie di sfottò, che fanno parte del gioco». Ultima battuta sul rinnovo del contratto: «Scade nel 2017. Spero di rinnovare, non ne abbiamo ancora discusso ma penso che non ci saranno problemi: l'intenzione è quella di rimanere».

Marco Festa