Taccone: non vendo proprio niente. Né la clinica né l'Avellino

L'amministratore unico risponde alle voci di questi giorni. Sulle cessioni di Santa Rita e squadra

L'amministratore unico ha ribadito: «Quelle che circolano sono voci infondate. Voci che vogliono destabilizzare l'ambiente. Francamente non capisco questa curiosità morbosa per il futuro della clinica».

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio

«Non sto vendendo la clinica Santa Rita. Né tantomeno l'Avellino. Ogni notizia di questo tipo è assolutamente falsa». Tuona Walter Taccone. Raggiunto a telefono da Ottopagine. E chiude la querelle che riguarda il futuro della clinica atripaldese. E dell'Avellino Calcio. Almeno per il momento.

Le voci delle sirene sul futuro della squadra non hanno mai smesso di rincorrersi. Da quando Taccone aveva fatto il prezzo. Ve lo ricorderete. L'azionista di maggioranza del club biancoverde disse: sei milioni e vendo la squadra.

La notizia della cessione della clinica aveva gettato altra benzina sul fuoco. C'è chi ipotizzava un disarmo. Invece, a sentire Taccone, così non è.

L'amministratore unico ha ribadito: «Quelle che circolano sono voci infondate. Voci che vogliono destabilizzare l'ambiente. Francamente non capisco questa curiosità morbosa per il futuro della clinica».

Le parole di Taccone sono confermate anche dai sindacati dei lavoratori. Nessuno ha avuto il sentore di un'eventuale trattativa. Al momento la questione sembrerebbe chiusa.

Secondo le voci di questi giorni, una cordata era pronta ad acquisire la clinica. Investitori non irpini la cui identità era riservata. 

Momenti di incertezza che hanno finito per destabilizzare i tifosi. Un'ennesima mazzata al morale già compromesso dall'attuale classifica. Incertezze delle quali ora l'ambiente non ha certo bisogno. Lavorare e fare quadrato: sono le uniche cose che contano. 

Poi verrà il tempo delle valutazioni. A nostro avviso inevitabili. Per scoprire i motivi di questa stagione finora non certo esaltante. A partire dalla gestione del tecnico Toscano. Prolungata forse ben oltre il dovuto. Passando per gli acquisti e le cessioni. Poi trovate le cause bisognerà studiare il rilancio.

Rilancio che parte sempre da una progettazione oculata, tanto lavoro quotidiano e zero proclami con la fanfara. La città di Avellino e i suoi tifosi meritano il meglio.