di Marco Festa
Non poteva essere una conferenza stampa di routine, come le altre, dopo la settimana mandata in archivio con l'esonero ad un passo; l'ombra di De Canio che si è spaventosamente allungata sulla sua panchina e le contestazioni dei tifosi. Domenico Toscano resta aggrappato alla suo posto di comando alla fine di giorni di puro caos. Sfiduciato dal club, o almeno da una parte, ma ancora in sella. Con le idee chiare su quale sia lo spirito con cui continuare un avventura che era ormai giunta al capolinea: «Non mi sento affatto delegittimato. Non devo pensare a questi aspetti. È una situazione che va avanti da diverso tempo, ma non mi deve toccare perché devo concentrarmi soltanto su come schierare la squadra in campo».
Walter Taccone, ai microfoni di Otto Channel 696, aveva evidenziato che si attendeva delle scuse dopo la sconfitta contro la Spal. Il tecnico le porge e commenta così l'imbarazzante quanto inequivocabile scatto che ha immortalato, lo scorso mercoledì, l'amministratore unico in compagnia del suo sostiuto designato, ma poi accantonato: «C’è da chiedere scusa alla gente che ci segue sempre in trasferta. Non l’ho fatto a Ferrara perché ero troppo amareggiato. Allo stesso tempo però sono convinto che reagiremo da uomini veri e che questi ragazzi supereranno i propri limiti. Taccone a Napoli con De Canio? È il proprietario, è libero di incontrare chi vuole e fare ciò che ritiene necessario. Non mi è stato dato alcun ultimatum. Ciò che fa più piacere è la testimonianza di affetto dei ragazzi nei miei confronti. Questo è un gruppo vero. E non perché ha difeso me».
La società non lo ha sollevato dall'incarico. E la risposta a chi ne ha invocato le dimissioni, che rassegnò nel settembre 2015 quando allenava la Ternana, è netta: «Non ci penso nemmeno. L’ho fatto a Terni ma è stato un errore. Non lo farò mai più, l’amore per questo lavoro e gli attestati della società, che io non percepisco come di circostanza, mi fanno andare avanti. In dieci anni di carriera da allenatore mi sono costruito una credibilità da professionista e la difenderò con i denti».
L'amore mai sbocciato con la piazza è un altro dei temi caldi: «Forse ho sbagliato a non farmi conoscere per quello che sono, come persona. Purtroppo vivo in hotel e non mi capita di vivere la città. Ieri mi sono intrattenuto con alcuni tifosi mentre prendevo un caffè, mi hanno conosciuto come persona. Dovrei farlo di più, è un obiettivo che mi sono posto: si capirebbero tante cose».
Domani arriva il Frosinone. È l'ennesima partita decisiva, che sembra quasi essere passata in secondo piano. Pronto un ulteriore nuovo modulo: il 4-3-1-2. Non ne farà parte Frattali: «Ha manifestato un problema alla caviglia, non riesce nemmeno a calciare. L'assetto tattico? Ho qualche dubbio perché l’attacco è in recupero, giocheremo sicuramente con quattro difensori e tre centrocampisti».