E vissero tutti (o quasi) seduti e contenti

Foti esulta, non è il solo. Il destino della città si decide altrove. Ecco cosa aspetta Avellino

Ma, tralasciando ciò che frulla nella mente del sindaco estendendo l’analisi all’intero consiglio comunale e allo scenario politico regional provinciale, ci chiediamo: davvero sono tutti contenti dell’esito di ieri sera?

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio

Questo consiglio comunale resterà lì fino al 2018? Probabile, ma non è detto. L’amministrazione Foti ha già dimostrato di possedere un’innata predisposizione all’autolesionismo, con oltre trenta assessori cambiati in tre anni. E quindi i passi falsi non sono da escludere, a prescindere da chi prenderà il posto fra quei banchi ieri tristemente vuoti dopo l’ennesimo azzeramento della giunta. (Leggi la cronaca del consiglio comunale)

Esaurita la doverosa premessa è però indubbio prendere atto di quanto avvenuto in consiglio comunale: il sindaco ha vinto l’ennesima gara di sopravvivenza, dimostrando di possedere un’ostinazione che ci ricorda il personaggio interpretato da Di Caprio nel recente film Revenant. Ve lo ricordate?

Un orso quasi lo sbrana, affronta chilometri e chilometri di cammino in condizioni proibitive, fra ghiaccio e tempeste circondato da animali feroci e assassini che vogliono la sua testa, eppure non una volta desiste o si tira indietro. Ma non per un senso di onore, quanto per un’indole innata votata alla sopravvivenza stessa: diciamo che non può fare altrimenti. E così ci appare anche Foti oggi, per inerzia proiettato in un futuro indefinito, nonostante le tante incognite che gravano sulla sua testa.

Ma, tralasciando ciò che frulla nella mente del sindaco, estendendo l’analisi all’intero consiglio comunale e allo scenario politico regional provinciale, ci chiediamo: davvero sono tutti contenti dell’esito di ieri sera? Qualche dubbio oggettivamente resta.

Di sicuro se la rideranno e di gusto la presidente del consiglio regionale, Rosetta D’Amelio e il governatore De Luca che sono riusciti nel loro intento mai davvero nascosto: salvare l’onorabilità comunque molto annacquata di questo Pd e assicurarsi probabilmente qualche posto nella nuova giunta. Un presidio che dovrebbe consentire di sorvegliare la situazione di Avellino da più vicino evitando magari sfaceli futuri. Infatti il sindaco, pur avendo assicurato che agirà in assoluta autonomia nella scelta degli assessori, si porta dietro pesanti pregiudizi derivanti da un passato ancora troppo presente.

E avrà i suoi motivi per sorridere anche Nicola Poppa che perennemente sospeso in quel guado, fra centro democratico e scelta civica, si è regalato cinque minuti di celebrità: esprimendo un voto favorevole rivelatosi decisivo per la permanenza di Foti. Senza considerare che proprio il cambio di parere di Poppa sul bilancio, potrebbe valere la riconferma di un assessorato scelto per l’ennesima volta lontano dalla città di Avellino (chi pensa che proprio il deputato di scelta civica D'Agostino stia già gongolando alzi con noi la mano).

Un paradosso, quello degli assessori indicati lontano dal capoluogo, che in tanti a più riprese hanno evidenziato. Ma dopotutto, si sa, la storia politica irpina degli ultimi quarant’anni è fatta di personaggi che dettano il destino di Avellino mentre sono seduti sulla loro poltrona magari a giocare a scopone scientifico sorseggiando del taurasi.

Di umore diverso sarà certamente il consigliere d’opposizione Dino Preziosi che in poco tempo ha visto evaporare larga parte dei suoi propositi: quel patto dei cento giorni che nelle previsioni iniziali doveva concedergli una doppia occasione irripetibile: dare una stoccata decisiva all’amministrazione attuale senza rimuoverla e riuscire perfino a passare come l’eroe della città qualora fosse riuscito ad assicurare i famosi fondi al quale continua a far riferimento. E invece l’intromissione di De Luca attraverso la D’Amelio e le conseguenti scelte di Foti, che potrebbe anche decidere di conservare qualche vecchio assessore in giunta, sembrano cambiare le prospettive di Preziosi. Consigliere il cui futuro ci sembrava già piuttosto pregiudicato dal bacio della morte (politica è chiaro) che pende sul suo capo dall’insediamento del governatore De Luca a Palazzo Santa Lucia.

Fra i due, l’ex sindaco di Salerno e il manager Air, non corre buon sangue. E si sa, quando il governatore ti prende di mira, non è facile per nessuno. Insomma, pare che per Preziosi si aprirà una fase di riflessione. Durante la quale il consigliere dovrà in primo luogo saggiare il livello di fiducia che ora lo circonda, a partire da quella parte delle opposizioni che attraverso Giancarlo Giordano ne ha bocciato il braccio teso a Foti.

Felici per aver salvato la propria poltrona ancora una volta, i consiglieri di maggioranza, la cui credibilità resta però fortemente pregiudicata. Hanno infatti riproposto l’incommentabile scena alla quale ci avevano abituato, trincerandosi dietro un ostinato silenzio. Spingendosi perfino oltre. Abbiamo assistito infatti in consiglio comunale a scene che poco hanno a che fare con un consesso civile prima che politico: c’era chi si scontrava a suon di urla con gli altri non rispettando le regole dell’assise, chi si aggirava fra i banchi, persino chi, e da questa pratica non è escluso neppure il segretario generale che dovrebbe personificare il rigore e l’ordine, mentre gli altri parlavano si ostinava a guardare ed armeggiare col proprio cellulare.

Scene che magari, giusto per citare qualcuno, una preside non avrebbe mai concesso nel proprio ambiente di lavoro. Così come un poliziotto non si sarebbe mai fatto trascinare in diverbi all’ultimo urlo che poco hanno a che fare con i principi democratici che dovrebbero essere insiti in ogni partito, ma a maggior ragione nel pd. Ma il punto è proprio questo: seduti in consiglio comunale tanti di questi professionisti hanno rigettato i valori che altrove li animano, preferendo andare avanti a percorrere una strada che oggi sembra senza sbocchi. Da luglio scorso, quando una risicata maggioranza ha assicurato la permanenza al sindaco, non è cambiato nulla.

Anzi, la situazione è notevolmente peggiorata: lo scenario intorno a Foti è dilaniato da personalismi sempre più marcati che continuano a non dare alcuna certezza nel presente, figurarsi nel futuro. Una latitanza che si palesa sia negli obiettivi non centrati finora che nell’incapacità di progettarne altri a medio lungo termine. Insomma, la barca non è affondata nemmeno stavolta, ma la tempesta, in primis per la città, sembra appena iniziata. Avellino sta per vivere altri mesi di passione.