Registro tumori e inquinamento. Fuori i dati, stiamo morendo

C'è sia il registro, sia quello delle attività che rilasciano emissioni. Perché non lo pubblicano?

L'intervista all'assessore all'ambiente di Atripalda, Antonio Prezioso, che ci aiuta a ricostruire uno degli aspetti più controversi della vicenda Valle del Sabato

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio

“Il registro tumori sulla carta esiste, non so perché ancora non sforna dati. C'è inoltre un censimento di tutte quelle attività che rilasciano emissioni, nell'aria e nell'acqua in particolar modo, ma anche lì i dati non sono disponibili. Gli impiegati della Prefettura devono ancora riordinarli”. Antonio Prezioso, assessore all'ambiente di Atripalda, ci aiuta a far luce sulle analisi ambientali, uno degli aspetti più controversi che riguardano l'inquinamento e le morti collegate, nel territorio della Valle del Sabato.

Analisi invocate dalle istituzioni, pretese dai cittadini che vedono morire inspiegabilmente per neoplasie i propri cari da almeno trent'anni, imposte dal rispetto delle vita umana prima che dalla legge. Legge che, per citare il programma trasparenza 2015-2017, obbliga a pubblicare sul proprio sito tutte le attività svolte, e quindi anche il famose registro.

“Come comune di Atripalda – racconta Prezioso - siamo stati i maggiori promotori dell'osservatorio permanente sui dati della Valle del Sabato, che fu istituito presso la Prefettura di Avellino nel 2014. Dopo l'ennesimo incendio che si verificò presso la Novolegno. I fumi dell'azienda resero acre l'aria fin al centro di Atripalda. L'ennesimo episodio che si aggiungeva ad altri: l'incendio dell'Irm che indico come l'origine della catastrofe. Poi si è arenato tutto. Le analisi di Arpac e Asl procedono tutt'ora a passo di tartaruga”.

Così, all'alacrità di cittadini ed istituzioni, faceva da contrappasso, la lentezza di chi aveva l'obbligo di svolgere i controlli: “Allora ho spiegato – conferma l'assessore - che ad Atripalda si viveva col timore che il numero di tumore e morti per leucemia fosse legato all'inquinamento. Ma, dopo essersi detti tutti d'accordo ad iniziare le analisi, è cominciata un'inspiegabile fase di melina. Entrambi, Arpac e Asl, lamentavano carenza di fondi e di personale. E così né i dati raccolti dal registro tumori né il censimento delle attività potenzialmente inquinanti, è stato ancora divulgato e reso disponibile per i comuni della Valle del Sabato”.

“Noi – Prezioso comprensibilmente si accalora – possiamo parlare di tutti i tempi tecnici del mondo, ma quando c'è una zona dove esistono tante realtà inquinanti, comuni nei quali si registra un elevato quanto inspiegabile tasso di neoplasie e malattie respiratorie, è compito di tutte le istituzioni e gli enti preposti fornire esaustivamente e rapidamente tutte le risposte possibili alle paure dei cittadini”.

Ciò che emerge in questa nostra inchiesta sulla Valle del Sabato (della quale a fine articolo vi postiamo tutti i precedenti approfondimenti) sono i tempi lentissimi che caratterizzano chi deve occuparsi dei controlli, e ora, perfino di chi deve mettere insieme i dati: e quindi Arpac e Asl per le analisi, Prefettura per il riordino delle informazioni raccolte.

A riprova di questa costatazione, resta ancora senza risposta, l'altro appello che il comune di Atripalda sta lanciando da settimane.

“Abbiamo – spiega Prezioso – chiesto la convocazione immediata dell'osservatorio sull'inquinamento, del quale le ho parlato, e dell'allargamento del tavolo a tutte quelle associazioni ambientali che, con grande merito, stanno tenendo alta l'attenzione su questa tematica”.

“E – chiediamo – che ne è stato dei dati sull'inquinamento di suolo, acqua e aria, che dovevano fornirvi dopo l'incendio dell'autorimessa Urciuoli?”

“Una quindicina di giorni fa abbiamo sollecitato l'arpac a fornire i dati su terreni, aria e pozzi, e l'asl quelli su verdura e frutta raccolti negli orti della zona. Ma ad oggi, ancora, non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Inaccettabile, quando ci sono di mezzo preoccupazioni che riguardano la vita delle persone”.

Esatto, inaccettabile. Anche noi, come mezzo d'informazione, ci facciamo portavoce di quell'appello: Arpac e Asl rispondano alla svelta, restare in silenzio significa essere complici di questo prolungato e vigliacco stato di paura nel quale i cittadini sono stati loro malgrado confinati. Da troppo tempo.

Ecco tutti gli approfondimenti dell'inchiesta sulla Valle del Sabato (Valle fra leucemie e tumori, leggete queste carte - Valle del Sabato, prendetevi pure i rifiuti - Inquinamento Valle, esposto in Procura - Valle del Sabato, i residenti hanno detto basta - Novolegno, 36 anni quali permessi e controlli? - Novolegno non inquina. I cittadini: non sapevano neppure dov'è - Marciamo per i nostri figli, mai più Valle dei Tumori)