Avellino, cosa c'è in quella polvere? L'Arpac ci rassicuri

Sprigionata dai roghi di sterpaglie. Un territorio già contaminato. Cittadino chiede chiarimenti

Le foto mostrano la coltre sprigionata dai roghi di sterpaglie nella Valle del Sabato. "Ci sono diserbanti nocivi all'interno? Ce lo chiariscano alla svelta".

Avellino.  

“Vedo sollevare quella nube di polvere ogni mattina e noi, mi riferisco a tutti gli avellinesi, le respiriamo per tre mesi l'anno. Da agosto ad ottobre. Vorrei richiedere solo un controllo ad Arpac e Forestale, tutto qui. Per vedere se all'interno di quelle polveri ci sono diserbanti spesso usati per l'agricoltura, o residui di plastica fra le sterpaglie, molto nocivi per la salute”. Le parole dell'amico Pasquale Matarazzo, tecnico ambientale, che ci offre sempre interessanti spunti di riflessione, sono corredate da foto (Guarda la gallery a fine articolo) che mostrano una nube di polvere che circonda buona parte della Valle del Sabato.

Con un colpo d'occhio, si notano tutte le campagne che si spingono da poco oltre lo scasso Urciuoli, dove è avvenuto l'ultimo rogo che ha tenuto in apprensione Avellino, fino a Monteforte. Il tutto avvolto da una spessa coltre rossastra.

Ciò che Pasquale denuncia, è una prassi molto comune nei nostri paesi durante la raccolta della nocciole. Ossia i roghi alle sterpaglie e poi la spazzolatura che distribuisce la polvere prodotta. Spesso, negli anni scorsi, ci sono state denunce, come quelle dell'associazione, “Vivere in Irpinia”, per fermare l'attività degli affumicatori e delle colonne di fumo puzzolente che sprigionano e che spesso derivano anche dalla bruciatura di materiali altamente inquinanti come la plastica. Un fenomeno, quello della bruciatura dei residui vegetali, che in realtà dovrebbe seguire una legge molto restrittiva, che autorizza a bruciare solo piccoli cumuli non più vasti di tre metri per ettaro e in periodi e orari indicati con apposita ordinanza dal sindaco del territorio interessato.

La stessa legge però vieta di eseguire questi lavori nei periodi considerati massimamente delicati per gli incendi boschivi e nello specifico di quest'anno, (Leggi la normativa regionale) dal 14 luglio al 20 settembre. Disposizione sulla quale neanche i sindaci possono intervenire.

“Basterebbe – spiega Pasquale – un controllo congiunto di forestale e Arpac che con le sue centraline mobili potrebbe fugare immediatamente ogni dubbio. E farci stare più sereni. Io chiedo un monitoraggio serio sulla presenza di diserbanti, che reputo i più nocivi per la salute. Attività agricole come queste, ad emissione diffusa, devono essere provviste di sistemi d'abbattimento. Non si tratta di chissà quali astrusi espedienti: spesso è sufficiente dell'acqua che bagni il terreno”.

Problema dei diserbanti agricoli che fu affrontato in un altro approfondimento sulla inquinamento della Valle del Sabato, grazie all'intervista all'ex vicesindaco di Atripalda e assessore all'ambiente, Maurizio De Vinco (Leggi la denuncia sui tumori ad Atripalda), che denunciò la loro pericolosità per il fiume Calore. Divenuto anche a causa di questi scarichi, una fogna a cielo aperto. Richiesta di controlli che poi, sempre per restare in tema, si incrocia anche con quelle analisi richieste dai cittadini dei Comuni della Valle, che adesso hanno interpellato, come anticipato da Ottopagine, anche il governatore De Luca (Leggi la "La Valle scrive a De Luca").

Insomma, non ci sono più scuse, ci facciamo volentieri portavoce di tutti questi appelli: Arpac e corpo forestale intervengano davvero. E ci rivelino, nel più breve tempo possibile, se e in quale misura il pericolo esiste. Perché, se come pensiamo e tutti temono, lo stesso è elevato: bisogna intervenire. Ci sono migliaia di cittadini che pretendono alla svelta una doverosa quanto esaustiva risposta.

Andrea Fantucchio