di Andrea Fantucchio
Poco meno di quaranta ore di lavoro evase durante l'attività lavorativa all'Asl. Dove svolgeva il ruolo di medico specialistico. L’accusa si riferisce ai mesi di febbraio e marzo 2015. Quanto contestato all’ex assessore Arturo Iannaccone. Che ieri si è dimesso dal Comune di Avellino. La sua condotta non rientra nell’indagine sui “badge” malati. Per l'accusa Iannaccone non avrebbe infatti agito in gruppo.
Timbrava personalmente il proprio cartellino. E poteva allontanarsi dal posto di lavoro solo per effettuare visite a domicilio. Secondo l’accusa avrebbe invece evaso quasi metà delle ore lavorative previste da contratto.
Comportamento che ha spinto il giudice Antonio Sicuranza a emettere il provvedimento di interdizione dai pubblici uffici. Sicuranza ha ravvisato il pericolo di reiterazione del reato.
Niente arresti domiciliari. Richiesta iniziale della Procura respinta dal giudice.
Per ora resta in silenzio Iannaccone. Difeso dall’avvocato Alberico Villani si prepara all’interrogatorio di garanzia. Villani punterà a dimostrare che gli allontanamenti di Iannaccone dal lavoro erano previsti. E rientravano esclusivamente fra le "visite a domicilio".
La deleghe dell’ex assessore saranno tenute dal sindaco. Fino a quando si individuerà un sostituto. Con l’aiuto dell’assessore Tomasone per quanto riguarda i fondi europei.
Le dimissioni di Iannaccone sono una mazzata per l’attuale amministrazione. Se ne va uno dei fedelissimi di Foti. Un pezzo dello scacchiere difficilmente sostituibile.