“Dodici anni l’età più bassa di chi fuma cannabinoidi con conseguenze spesso gravi in una fase delicata come quella dello sviluppo: capacità cognitive più lente, un livello di motivazione più basso, tendenza agli stati d’ansia, più facilità all’isolarsi dal gruppo e a cadere in stati d’apatia e insensibilità verso l’ambiente che ci circonda”. Parla il responsabile della prevenzione del Sert di Avellino, il dott. Lorenzo Savignano. Il nostro viaggio fra le dipendenze parte con le così dette droghe leggere.
“Oggi, rispetto a trent’anni fa, quando esplose il fenomeno marjuana, le sostanze fumate dai nostri ragazzi sono molto più tossiche ed il loro effetto ha durata più prolungata. Le miscele chimiche che caratterizzano i cannabinoidi moderni sono molto sbilanciate e questo fa sì, che soprattutto fra i ragazzi di dodici tredici anni, il risultato sia parecchio deleterio".
Nel recupero c’è da lavorare sulla ripresa dell’umore: “Spesso, la canna, diventa il feticcio che tiene insieme gruppi di adolescenti. Quando viene a mancare, anche la socialità si sgretola. Non si tratta di demonizzare alcunché, ma le composizioni delle nuove droghe e l’età di consumo che si è considerevolmente abbassata, rendono i cannabinoidi molto più pericolosi”.
Andrea Fantucchio