di Andrea Fantucchio
Il presidente di Alto Calore Lello De Stefano e il deputato Cinque Stelle Carlo Sibilia seduti nello stesso ufficio dopo i recenti attacchi all'ente di Corso Europa da parte del referente grillino, mentre di sottofondo continua a squillare il telefono: dall'altra parte prima il numero due del Governatore Vincenzo De Luca, Fulvio Bonavitacola, e poi nel giro di cinque minuti la Prefettura e la Digos. Si discute di un'aggressione subita da un operaio dell'ente di Corso Europa, della tubercolosi che ha colpito un altro dipendente e soprattutto delle sorti dell'Irpinia già troppe volte rimasta a secco quest'estate. (Alle 14 su Ottochannel l'intervista completa della collega Paola Iandolo)
Questo il quadro di una mattinata trascorsa a Corso Europa. Che le ore vissute da Alto Calore e dal suo presidente, Lello De Stefano, siano delicatissime lo capiamo appena arrivati di fronte all'ingresso dell'ufficio del numero uno dell'ente.
De Stefano ci fa entrare, ma per l'intervista dobbiamo attendere ancora. Nel giro di dieci minuti si susseguono tre chiamate che sintetizzano, come dicevamo, il momento delicatissimo vissuto da Alto Calore: in linea c'è prima la Digos e poi la Prefettura. Si parla dell'operaio dell'ente aggredito a Montoro (ora gli inquirenti seguono anche una pista personale), del caso di tubercolosi registrato nella sede di Mercogliano e delle parole di De Stefano che ha chiesto la scorta per i suoi tecnici.
Segue la chiamata della Regione: dall'altra parte il numero due di De Luca, Fulvio Bonavitacola.
A questo punto siamo invitati ad uscire. Ma è molto facile immaginare cosa si siano detti De Stefano e Bonavitacola: si discute del delicato accordo del 20 giugno con il quale l'Irpinia dovrebbe ricevere litri preziosi per fronteggiare l'emergenza idrica grazie a una più equa distribuzione dell'approvigionamento della pompa di Cassano che sarà sottoposta a degli interventi fondamentali grazie ai fondi regionali.
Non l'unica trattativa sul tavolo. In ballo ci sono diversi investimenti che potrebbero permettere di risolvere emergenze contingenti come quella di Monteforte: comune già troppe volte rimasto a secco quest'estate. E non dimentichiamo il discorso che riguarda il potabilizzatore di Conza, fermo da anni in attesa di ricevere la messa in esercizio. L'impianto garantirà altri litri d'acqua a Puglia e Campania.
Ma andiamo con ordine. Cerchiamo di capire fino a quanto potrebbe protrarsi lo stato d'emergenza che anche ieri sera ha costretto oltre venti comuni irpini a chiudere i rubinetti dalle 22 alle 6 di stamattina.
Spiega De Stefano: «Fino al 10 luglio dobbiamo assicurare con un impianto non adeguato il rifornimento idrico a novanta comuni che dipendono da Cassano. Non è una novità: quando mi sono insediato nel 2014 abbiamo avuto una rottura della pompa e la conseguente crisi. Intanto i paesi non alimentati da Cassano ma dalle fonti di Serino non hanno registrato problemi: pensate anche ad Avellino e Atripalda. Ad eccezione delle zone alte (Picarelli e parte di San Tommaso) alimentate da Cassano».
Con la pompa di Cassano in funzione a pieno regime e gli altri litri in arrivo dalla Puglia la situazione dovrebbe essere più gestibile: nonostante l'estate caldissima.
Il Presidente, comunque, incalzato sulla preoccupazione che attanaglia tanti cittadini, costretti ad arrangiarsi con taniche e damigiane, invita a tenere duro: «Bisogna abbassare i toni: è inutile la caccia alle streghe. Stiamo facendo il possibile. Le chiusure notturne sono necessarie per non rimanere tutto il giorno senz'acqua. Oltre la metà delle reti idriche irpine hanno delle perdite dovute a trent'anni di cattiva gestione: e quindi è come si di notte restassero aperte. In estate che il consumo di acqua è superiore: la situazione diventa emergenziale».
Il sopralluogo a Cassano, con Sibilia, servirà proprio al rappresentante dei Cinquestelle, «Per capire come sia sproporzionato il rifornimento idrico in favore della Puglia. Questione che grazie all'investimento della Regione potrebbe trovare una soluzione»
Infine, nel corso dell'intervista, non manca un ultima appunto sulla questione di Monteforte: «Il cui piccolo serbatoio non è proporzionato agli insediamenti edilizi di questi anni e così richiede un sostegno aggiuntivo che pesa sulla situazione complessiva di questi giorni».