Non c'è stato nessun arresto per la questione tubercolosi a San Potito Ultra. Nessun autista di scuolabus in manette. Nessun untore recluso a Poggioreale per aver volontariamente diffuso la malattia.
Su una questione già così delicata. Con un bimbo di dodici anni infetto. Un paese in subbuglio. Una scuola, la Leonardo da Vinci di Avellino, chiusa. I genitori in apnea da preoccupazione. Ci mancavano solo le notizie infondate, allarmistiche e diffuse senza un minimo di verifica.
Notizie che rimbalzano da ore su tv e siti locali. Senza uno straccio di conferma. Arresti? Polizia e carabinieri smentiscono. E' stato invece il commissario prefettizio, Mario La Montagna, a disporre il trattamento sanitario obbligatorio per una persona, un cittadino rumeno, che colpito da una forma di tubercolosi aveva rifiutato di ricoverarsi in ospedale. I carabinieri sono intervenuti, ma solo per effettuare il Tso. L'uomo è stato trasportato all'ospedale Da Procida di Salerno.
Tutto qui.
Nessun untore, nessun autista di scuolabus (che avrebbe potuto infettare decine di bambini), dietro le sbarre.
«Posso smentire categoricamente – ha dichiarato l'ex sindaco del paese, Francesco Saverio Iandoli - che l'autista dello scuolabus comunale di San Potito Ultra sia stato arrestato. La notizia è falsa. Non abbiamo mai realizzato un servizio di trasporto di nostri ragazzi delle scuole secondarie ad Avellino. Fa male veder circolare tante bufale, imprecisioni e disinformazione in un momento così delicato per la nostra comunità».
«Sono giorni – aggiunge - che su social e sui siti web si sprecano avvisi e informazioni sbagliate che alimentano un clima di caccia alle streghe che non serve a risolvere il problema. Anzi. Prego ogni giornalista, utente social, cittadino, chiunque di accertare ogni notizia prima di veicolarla in maniera così indiscriminata, poco coscienziosa e rischiosa sul web».
D'altra parte si sprecano gli inviti a mantenere la calma. Non sta accadendo nulla di così insolito. Dall'inizio dell'anno il numero dei casi è in linea con quelli dello scorso anno. Ma basta poco, un niente, per innescare la psicosi. Com'è accaduto solo qualche mese fa con la meningite.
Ma la cosa peggiore è la caccia all'untore. Mettetevi nei panni dell'autista dello scuolabus di San Potito. Da ore – per molti organi di informazione – dovrebbe essere in cella, e con l'infamante accusa di aver diffuso volontariamente, e tra i bambini, la tubercolosi. Quando – oltretutto – quell'autista non ha mai accompagnato alunni a una scuola di Avellino.