Dopo la morte di Angelo, nuovi ospiti nel Mercatone. Il video

Ad appena una settimana dal dramma. C'è già chi torna al Mercatone. Li abbiamo ripresi. Guarda

Le scatole vuote non sono armadi dove relegare i propri scheletri. Tanto, presto o tardi, finiranno sempre per saltar fuori...

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio

Non sono sufficienti i lucchetti o l'eco del dramma di Angelo. La morte del 43enne di Visciano non scoraggia i visitatori del Mercatone. Siamo tornati. A meno di una settimana da quel terribile giorno. Abbiamo visto e ripreso una coppia. A due passi da dove Angelo è stato rinvenuto cadavere. La scorsa Epifania.

(Clicca sulla foto di copertina e guarda il video. Montaggio di Enrico Coppola. A fine articolo la foto-gallery)

Arriviamo da Piazza del Popolo. Affacciandoci dall'ampia balconata notiamo quella coppia. Ragazzo e ragazza. Sono affacciati anche loro. Dal lato opposto che dà sull'uscita posteriore del Mercatone. Quando ci stiamo avviando verso i box vuoti, si sono già allontanati.

La transenna che dovrebbe impedirci l'accesso è mezza rotta. L'unico impedimento è rappresentato dalla strada di fronte a noi resa particolarmente pericolosa dal ghiaccio.

Il freddo è pungente, ma non come nei giorni precedenti. Ci abbassiamo per passare sotto delle fronde imbiancate. Ed eccoci arrivati al Mercatone.

Di fronte a noi il bagno di Angelo, Sergio e Virgilio. Un materasso scassato. Intorno feci e rifiuti. Sulla sinistra i sigilli messi dagli inquirenti. Dall'altro lato, poco oltre, un tavolo.

La puzza di bruciato rivela la presenza della coppia che abbiamo visto prima. Poi un piccolo giro nei locali esterni ci dà la conferma.

Fornellino acceso da poco, un bicchiere di vino, cucchiaio e un coltello. Anche una cipolla mezza tagliata.

Un ritaglio di normalità a due passi dal luogo del dramma. Poco più in là, sospesa a mezz'aria, una rosa. L'addio della città al quarantatreenne di Visciano. Dietro le saracinesche, esplode confusionaria la vita.

Abiti sul pavimento, coperte gettate alla rinfusa, chincaglieria sparsa qua e là, il tentativo di resistere al freddo. E forse di ricostruire un ambiente domestico. Le ultime tracce di Sergio, Virgilio e Angelo.

La sua morte fa ancora discutere. Emblema di un sistema di assistenza comunale che ha fallito. Non riuscendo a circoscrivere uno dei pochi casi limite in città. L'assessorato alle Politiche Sociali ha dichiarato di aver più volte sollecitato i vigili urbani per monitorare la situazione al Mercatone. E la polizia municipale non avrebbe mai trovato nessuno durante i suoi sopralluoghi. Curioso. Considerando  che Sergio, Angelo e Virgilio, vivevano lì 365 giorni all'anno.

E' stata aperta un'indagine della Procura per stabilire eventuali colpe e colpevoli legati alla morte di Angelo.

Il cui caso è emblematico. Anche alla luce delle numerose denunce realizzate dalle emittenti locali. Per far sì che il 43enne di Visciano e i suoi amici avessero un posto dignitoso dove vivere. Magari anche un lavoro. Una battaglia che ha visto protagonista il collega di Telenostra Ottavio Giordano.

Nella gestione di questa situazione hanno fallito anche le associazioni di settore e la Chiesa. Ora è tardi per “aprire i dormitori”. Un gesto apprezzato, utile, ma che non ci restituirà Angelo. E non potrà cancellare la disattenzione e il lassismo del passato.

Per quanto riguarda il Mercatone l'episodio di oggi ci ha donato un'altra lezione. Le scatole vuote non sono armadi dove relegare i propri scheletri. Tanto, presto o tardi, finiranno sempre per saltar fuori. Se non si trova il modo di far rivivere o sorvegliare questi edifici, li si abbatta.

Quel cancro al centro della città è indecente. Così come è indecente lasciare che qualcuno entri e addirittura viva lì dentro. Un edificio di competenza comunale. Che è già stato teatro di alcuni drammi. Eppure oggi ancora dei ragazzi continuano ad accedere nel Mercatone.

Rischiando la propria incolumità. Presto, c'è da giurarci, la struttura tornerà a essere un hotel a cielo aperto. Destinato ai disperati che non hanno altro posto dove andare.

E allora che faremo? Ci scorderemo di Angelo fino al prossimo dramma. Chissà se a qualcuno a Palazzo di Città saranno fischiate le orecchie.

E' il momento di farsi sentire. Di intervenire con i piani sociali. Di fare una lista dei casi di povertà estrema in città. Sono pochi, Avellino non è Napoli o Roma. E provvedere alla svelta per aiutarli.

I cittadini lo stanno già facendo. Lunedì in consiglio comunale sono attesi i lumini. L'azione, che si chiama provocatoriamente “Alziamo il culo”, è frutto dell'idea di Gaetano Alvino e Maria Rusolo.

Vogliono realizzare una cernita delle associazioni e dei privati che desiderano contribuire. E poi agire autonomamente per affrontare il dramma della povertà. Ottopagine e Ottochannel sono al vostro fianco. Ora e sempre. Per Angelo e per chi resta.

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