Disabile non può accedere al Duomo. Abbiamo chiesto perché

Giovanni denuncia: «Non ci sono rampe o sollevatori». Siamo andati in fondo alla questione

Abbiamo contattato l'ingegnere consigliere della Diocesi. Ecco cosa è venuto fuori.

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio

«E’ mai possibile che, poiché sono disabile, non posso accedere al Duomo? Ho le segnalato questa  situazione inaccettabile all’amministrazione comunale durante la commemorazione delle vittime del terremoto del 1980. Sono mesi che chiedo di inserire una rampa che mi permetta di accedere alla Chiesa. Ma ancora niente». La denuncia è di Giovanni Esposito. Ragazzo disabile di Avellino che si rivolge ad Ottopagine per esporre un suo disagio quotidiano: quelle barriere architettoniche con le quali si confronta quotidianamente soprattutto quando attraversa il centro storico.

«Fra cantieri e gradini – dice – questo angolo di città per me è quasi del tutto inaccessibile. Eppure basterebbe così poco per venire incontro alle nostre esigenze di disabili. Qualche rampa in più e i sollevatori metallici per iniziare. Non solo al Duomo, ma nei luoghi pubblici in genere ad Avellino. Purtroppo adesso, per parlare ancora della chiesa di via Seminario, è possibile per noi disabili soltanto accedere alla parte posteriore dedicata ad attività di oratorio. Facendoci prima largo fra le transenne. Mentre l'ingresso principale è inaccessibile ovviamente. E anche quello laterale dal lato di Via Sette Dolori è privo di rampa per disabili».

Ottopagine ha allora contattato l’ingegnere della curia, Modestino Picariello, per parlargli del disagio vissuto da Giovanni. E capire se e quanto si sta facendo per rendere la struttura di via Seminario accessibile anche ai disabili.

«Un progetto – dice Picariello – esiste già. La rampa per disabili al Duomo è una componente tecnica che consideriamo prioritaria. Durante il Giubileo abbiamo istallato una rampa provvisoria. Ora quella definitiva rientra nel progetto che riguarda tutta l’area del Seminario».

Chiediamo quanto tempo ci vorrà.

«Stando a quello che mi ha detto l’assessorato ai Lavori Pubblici, Costantino Preziosi – conclude Picariello – dovrebbero volerci due mesi o poco più».

In passato c'era un altro progetto. Ce ne parla l'ingegner Mario Perrotta: «La possibilità di ingresso dal fronte principale è stata sciaguratamente sprecata variando il progetto di recupero dell'area archeologica. Come propose l'ingegner Domenico Fraternali anni fa sarebbe stato possibile, ricreando la quinta della Piazza, utilizzare una bellissima rampa per disabili all'interno di un volume lungo l'area dell'ex Seminario. Chi ha impedito questa soluzione oggi dovrebbe spiegare ai disabili perché non possiamo garantire l'accesso dal fronte principale».

Noi dal canto nostro continueremo a vigilare e vedere se la data sarà rispettata. E ne approfittiamo per lanciare anche un altro invito all’amministrazione. La Regione ha messo da poco a disposizione 200 mila euro complessivi per istallare giostrine per bambini disabili. I comuni che faranno richiesta di accesso al bando possono avere diritto ad un massimo di cinquemila euro. Un’occasione che la vicina Aiello del Sabato, per citare un esempio tangibile, ha raccolto a volo.

Dimostrando di voler continuare quel percorso iniziato con la famosa altalena destinata al piccolo Antonio la cui storia Ottopagine vi ha raccontato. Il Comune di Avellino potrebbe dimostrare di essere davvero sensibile e all’avanguardia. Magari riprendendo quel progetto di centro storico aperto e accessibile a tutti proposto dall’associazione C’entro per il Centro di Marco Mallardo.

Un progetto semplice e relativamente economico che permetterebbe alla città di attestarsi come capoluogo all’avanguardia. Sensibile alle esigenze di tutti i cittadini. Vedremo se gli amministratori decideranno di accogliere la proposta.