Decreti ingiuntivi a Wind e Tim, annullati arresti e interdizioni per 3 avvocati

Decisione Sezioni Unite della Cassazione: inutilizzabili le intercettazioni, palla ancora a Riesame

decreti ingiuntivi a wind e tim annullati arresti e interdizioni per 3 avvocati

Sono state annullate perchè disposte in un procedimento iscritto prima della riforma Bonafede

Benevento.  

Annullata la misura cautelare disposta dal Riesame per tre avvocati coinvolti in una inchiesta della guardia di finanza sui presunti falsi ricorsi per decreti ingiuntivi nei confronti di Wind e Tim. Undici le persone tirate in ballo complessivamente, attese a maggio dall'udienza preliminare.

Gli avvocati interessati sono G. B., di Montesarchio, M. M. e F. Pi., di San Martino Valle Caudina, per i quali il Tribunale di Napoli, accogliendo l'appello del pm Giulio Barbato contro il no del Gip, aveva disposto gli arresti domiciliari per la prima e l'interdizione per un anno dall'esercizio della professione per gli altri due.

Una pronuncia impugnata dinanzi alla Cassazione, con la decisione arrivata dalle Sezioni Unite - è stata interessata dalla quinta sezione per un contrasto giurisprudenziale-, che, incrociando le argomentazioni dell'avvocato Dario Vannetiello (per M. e P.) e degli avvocati Miche Robustini e Raffaele Pucci, per B., ha cancellato le misure, rinviando gli atti nuovamente al Riesame, per una ulteriore valutazione. Che stavolta, però, non potrà più tener conto delle intercettazioni, dichiarate inutilizzabili, avvenute nel corso del 2019, ma svolte in altro procedimento penale.

Il motivo lo spiega l'avvocato Vannetiello: “ A differenza della pubblica accusa prima e del Tribunale del riesame poi, che ritenevano possibile utilizzare le intercettazioni grazie alla riforma entrata in vigore il 31.08.2020, la cosiddetta “riforma Bonafede”, le Sezioni Unite hanno stabilito il seguente principio di diritto : per poter utilizzare, nei procedimenti relativi a reati non gravi (si intende quelli indicati nell’art. 266 c.p.p., ad esempio l’associazione a delinquere),le intercettazioni svolte in altri procedimenti penali, occorre che sia il procedimento dove sono state effettuate le intercettazioni, sia il procedimento nel quale si vuole utilizzarle, devono entrambi essere stati iscritti successivamente al 31.08.2020”. Il procedimento in cui erano state disposte le intercettazioni a supporto dell'inchiesta era invece stato iscritto prima del 31.08.2020, da qui l'annullamento delle intercettazioni".

Secondo Vannetiello, “l’effetto di tale decisione va oltre, molto oltre, il caso de quo. Infatti, da oggi, grazie a questa storica decisione delle Sezioni Unite, verranno cestinate milioni di intercettazioni traslate in procedimenti diversi da quelli in cui furono disposte, intercettazioni che i pubblici ministeri presso le varie Autorità giudiziarie sino ad oggi chiedevano di poter utilizzare e che costituivano di sovente, come accaduto nel caso de quo, l’architrave dell’accusa”.